Alessandro Baricco non è solo uno scrittore: è un equilibrista della parola, uno che riesce a parlare di felicità, dolore e leggerezza senza cadere nella retorica da bigliettino dei biscotti della fortuna. Tra i tanti temi che ha toccato nei suoi libri e nelle sue interviste, c’è uno che lo ossessiona e che, diciamolo, ci riguarda tutti da vicino: il lasciare andare. Sì, quella cosa che ci riesce benissimo con il palloncino dei bambini al parco e malissimo con gli ex, con i sogni infranti e persino con il telecomando della TV.
Alessandro Baricco, funambolo tra profondità e ironia
Chi conosce Alessandro Baricco sa che alterna due anime: quella del narratore poetico, che ti incanta con frasi che sembrano dipinte a olio, e quella dell’intellettuale un po’ tagliente, che ti dice senza troppi giri di parole che spesso ci roviniamo la vita da soli.
E lui, che la vita l’ha attraversata tra scrittura, teatro e persino la malattia, ha imparato sulla propria pelle quanto sia pericoloso aggrapparsi a ciò che non c’è più. Non lo dice da filosofo in poltrona, ma da uomo che ha visto quanto pesi portarsi dietro zaini pieni di ricordi, rimpianti e illusioni.
“Ti giochi una buona quantità delle tue possibilità di stare al mondo con felicità…”
Alessandro Baricco la mette giù semplice: la felicità non è questione di accumulare, ma di lasciare andare.
Questa frase:
“Ti giochi una buona quantità delle tue possibilità di stare al mondo con felicità sulla capacità che hai di lasciare andare le cose”
è una mazzata di verità. Perché se restiamo incollati a ciò che abbiamo perso, che sia un amore, un lavoro, un’amicizia o anche solo un paio di occhiali (sì, lo dice lui stesso), viviamo in uno stato di angoscia continua.
Lasciare andare non significa dimenticare, né fare finta che non sia successo nulla. Significa accettare che la vita è un flusso, non un archivio: le cose arrivano, fanno il loro giro, e poi – inevitabilmente – se ne vanno.
Dal dolore ai piccoli inciampi quotidiani: il suo consiglio pratico
Baricco non distingue tra grandi tragedie e piccole seccature. “Hai perso qualcuno? Lascia andare. Hai perso gli occhiali? Lascia andare. Sei stato felice? Lascia andare.”
La logica è la stessa: più ti incolli al passato, più ti condanni a non vivere il presente.
E se a qualcuno sembra cinismo, lui risponderebbe che è invece l’unico antidoto contro l’angoscia. Perché se non impari a mollare la presa, rischi di trasformarti in un collezionista di dolori, con la casa piena di rimpianti messi sugli scaffali come soprammobili polverosi.
Perché può essere utile a noi (anche quando fa male)
Quello che Alessandro Baricco ci suggerisce è che lasciare andare non è un gesto di perdita, ma di libertà. Quando perdiamo qualcuno o qualcosa, l’istinto ci porta a stringere ancora più forte. Ma è proprio lì che si nasconde l’angoscia: nel pensare che senza quella persona, quella cosa, quel momento, la vita sia svuotata.
E invece, se impariamo a lasciar scorrere, scopriamo che c’è spazio per altro, per nuove felicità, magari diverse, magari piccole, ma reali. Lasciare andare non è rassegnazione: è scegliere di non affogare nella nostalgia.
La leggerezza come forma di resistenza
In un mondo che ci insegna a trattenere tutto – foto, messaggi, ricordi, rancori – Alessandro Baricco ci ricorda che la vera forza è nel mollare. Non per dimenticare, ma per sopravvivere leggeri. E forse, la prossima volta che perdiamo qualcosa (o qualcuno), potremmo provare a ripeterci le sue parole: “Lascia andare”. Perché, alla fine, non è un addio. È solo il modo migliore per continuare a camminare.
Frasi di Alessandro Baricco sul lasciare andare
- “Ti giochi una buona quantità delle tue possibilità di stare al mondo con felicità sulla capacità che hai di lasciare andare le cose.”
- “Lascia andare; dalle cose più semplici a quelle più complicate. Hai perso gli occhiali? Lascia andare… Hai perso qualcuno? Lascia andare… Sei stato felice… lascia andare…”
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