Andrea Camilleri non era solo uno scrittore: era un fuoco acceso di parole, ricordi, accenti, personaggi e ironia. Il suo commissario Montalbano ha fatto scuola, ma dietro i gialli, le battute in siciliano e le scorpacciate di triglie, c’era un uomo che sapeva bene quanto contasse la memoria. La sua, quella degli altri, quella di tutti noi. E lo diceva chiaro: “L’affidarsi alla memoria, è la volontà dell’uomo di non scomparire.”
Una frase che suona come una carezza, ma anche come un avvertimento.
Camilleri, l’uomo che ricordava per mestiere
Camilleri era nato a Porto Empedocle, ma con la testa era ovunque: tra i romanzi di Pirandello, nei vicoli siciliani, nei ricordi di guerra, nei film che non aveva girato e nei dialoghi con la moglie, che spesso vinceva lei.
Non era solo un narratore: era un artigiano della memoria.
Scrivere per lui significava prendere i ricordi – i suoi, quelli degli altri, quelli che sentiva al bar – e trasformarli in qualcosa che valesse la pena di non dimenticare. Diceva:
“La memoria non è il passato. È una forma di resistenza.”
E in un mondo dove tutto scorre veloce e si dimentica anche cosa si è mangiato ieri sera, lui ci teneva a rallentare. A ricordare.
La memoria come atto di resistenza
Nel libro Come la penso, una raccolta di pensieri, Camilleri racconta quanto sia importante tenere viva la memoria. Non solo per il piacere nostalgico, ma come dovere civile e umano.
Per lui, il ricordo era un argine contro l’oblio. Una lotta contro l’appiattimento. Un modo per dire: “Io sono stato qui. E vi lascio qualcosa.”
In un’epoca dove si cancellano i messaggi vocali dopo 2 giorni, Camilleri ci ricordava che non tutto va archiviato nella spazzatura della memoria corta.
Ecco perché diceva: “L’affidarsi alla memoria, è la volontà dell’uomo di non scomparire.” Perché chi ricorda, anche quando sembra ripetere sempre le stesse cose, in realtà sta costruendo un ponte verso chi verrà dopo.
Nonni logorroici o custodi di storia?
Qui entra in gioco il vero destinatario di questa riflessione: i nipoti.
Quelli che alzano gli occhi al cielo quando la nonna racconta per la terza volta di quando andava a prendere l’acqua alla fontana con la conca in testa. O quando il nonno rievoca “la guerra” con la stessa enfasi con cui oggi si racconta una partita alla PlayStation.
Ma fermatevi un attimo. Non stanno solo “annoiando”: stanno lasciando tracce.
Camilleri lo aveva capito: ogni racconto, anche quello più apparentemente banale, è un modo per dire “io c’ero”.
I nonni raccontano per non scomparire. E quando li ascoltiamo, li aiutiamo a restare. E, incredibilmente, ci aiutiamo anche noi a costruire radici.
In fondo, il consiglio che ci ha lasciato è semplice ma potente: ascoltare chi ha vissuto prima di noi non è solo educazione, è sopravvivenza.
È capire chi siamo, da dove veniamo e magari anche dove vogliamo andare.
Camilleri diceva anche:
“Il ricordo è come una pietra nello stagno: fa dei cerchi che si allargano.”
E allora, lasciamo che questi cerchi si allarghino. Facciamoci bagnare. Anche se a volte sembrano noiosi, lunghi o fuori moda.
Frasi di Andrea Camilleri sui ricordi
- “L’affidarsi alla memoria, è la volontà dell’uomo di non scomparire. E quando la conoscenza si arresta, subentrano i sensi, che alimentano la fantasia.”
- “È un gioco tinto, quello dei ricordi, nel quale finisci sempre col perdere.”
- “Non è che ci sarebbe voluto tutto questo tempo, ma il fatto è che quando hai sbancato i cassetti trovi una quantità di carte vecchie, scordate, finisci sempre per perdere.”
- “In gioventù percepisci il tempo come un’entità astratta, nella maturità acquisti la nozione di un tempo collegato al tuo esistere, nella vecchiaia raggiungi la consapevolezza che il tempo è un flusso continuo che scorre al di fuori di te.”
- “La percezione del tempo, soprattutto in certe situazioni di forte emotività, subisce notevoli alterazioni: ore trascorrono in un lampo e pochi minuti durano un’eternità.”
- “Nella vecchiaia riaffiorano i ricordi dell’infanzia, i rimorsi per non aver abbastanza amato chi non c’è più.”
- “[…] Montalbano diventa sempre più introverso e sgomento davanti ai problemi dell’età che avanza, come i vuoti di memoria.”
- “Quando hai sbancato i cassetti, inevitabilmente finisci col precipitare nel gorgo della memoria.”
- “Il rimorso, nella vecchiaia, non ti fa dormire: riaffiorano i ricordi di chi non è più.”
- “Il tempo che scorre, la memoria che vacilla: due compagni inseparabili nell’età avanzata.”
- “I ricordi di un’infanzia vivida, come la luna di carta raccontata dal padre…”
- “Rievocare il passato è un esercizio narrativo colorato dai toni della gioventù.”
Leggi altre frasi celebri di Andrea Camilleri e le frasi celebri sui ricordi