Frasi di Concita De Gregorio sulla vita, manderai al diavolo chi ti opprime e ricomincerai una nuova vita con te stesso

Concita De Gregorio non è solo una giornalista di razza e una scrittrice raffinata: è una voce che racconta la vita con una sincerità che a volte consola e a volte spiazza. Ha scritto di dolore, di amore, di memoria, di amicizia e di felicità, senza mai indorare la pillola. Le sue frasi non sono slogan da calendario motivazionale, ma piccole bussole che puntano dritte al cuore di chi legge. E, soprattutto, ci ricordano una cosa fondamentale: la vita non è così complicata come spesso ce la vogliono far sembrare.

Frasi di Concita De Gregorio sulla vita

La vita secondo Concita De Gregorio: niente fronzoli, solo verità

Per Concita De Gregorio, la vita è semplice. Non perché sia facile – anzi – ma perché spesso siamo noi a complicarla con aspettative inutili, con le voci di chi ci dice come dovremmo essere, con i sensi di colpa. La sua frase più celebre in merito è chiara come uno schiaffo:

“La vita è molto semplice. Per essere felici non ci vuole tanto. Per essere felici non ci vuole quasi niente. Niente, comunque, che non sia già dentro di noi.”

Tradotto: smettiamola di cercare fuori quello che abbiamo già dentro. Non serve il corso di yoga in Tibet, la borsa firmata o il partner perfetto. La felicità non è un premio di consolazione, è una condizione che abita in noi.

Perché le sue parole ci aiutano a mandare al diavolo chi ci opprime

Questa visione della vita diventa una piccola arma di liberazione personale. Quando qualcuno ci schiaccia, ci fa sentire sbagliati, ci toglie energia, la frase di Concita De Gregorio funziona come un lasciapassare: non devo nulla a chi non mi fa stare bene, perché la mia felicità non dipende da lui o da lei.

È un invito a ricominciare da sé stessi, senza colpevolizzarsi. A dire “basta” senza tremare. In pratica, un modo elegante per mandare al diavolo chi ci avvelena le giornate e, allo stesso tempo, avere la forza di riconoscere chi invece ci merita davvero.

Vita e memoria: trasformare il dolore

Concita De Gregorio non ignora il dolore, anzi lo mette al centro del discorso:

“Il dolore da solo non uccide e io sono viva. Dunque devo vivere, perché finché ci sono ci sarà il ricordo di chi non è più con noi.”

È una lezione di resilienza: non cancellare le ferite, ma trasformarle. La memoria, per lei, non è una zavorra: è un modo per lasciare che la vita scorra, che il caldo si raffreddi e il bagnato si asciughi. Insomma, che da una fine possa nascere un inizio.

Felicità e coraggio: l’altra faccia della paura

C’è un passaggio illuminante nelle sue riflessioni:

“C’è bisogno di essere felici per tenere testa a questo dolore inconcepibile. C’è bisogno di paura per avere coraggio.”

Un paradosso? No, una verità scomoda. La felicità non è la fuga dal dolore, ma la risposta più potente che possiamo dargli. E il coraggio nasce proprio dalla paura, non dall’assenza di essa.

Una vita che respira, non che posa in foto

Un’altra delle sue frasi è un piccolo manifesto:

“Nessuna foto assomiglia a una persona viva. Nelle foto si sta fermi. Nella realtà, anche da fermi, si respira.”

La vita, quindi, non è un’immagine perfetta da mostrare agli altri, ma un respiro continuo, fatto di movimento e imperfezioni. E chi ci vuole fermi, imbalsamati in un ruolo che non ci appartiene, non ha capito nulla di cosa significhi essere vivi.

Non serve diventare qualcun altro per star bene

Concita De Gregorio non predica dall’alto di un piedistallo: scrive e parla come una donna che ha vissuto, sofferto, amato e imparato. Le sue parole ci dicono che non serve diventare qualcun altro per stare bene. Basta smettere di ascoltare chi ci dice che non siamo abbastanza e riprendere possesso di ciò che abbiamo già dentro. E, se serve, ricordarsi che a volte la felicità comincia proprio con un gesto semplice: voltarsi dall’altra parte e dire, senza mezzi termini, “grazie, ma adesso basta”.

Frasi di Concita De Gregorio sulla vita

  1. Il dolore da solo non uccide e io sono viva. Dunque devo vivere, perché finché ci sono ci sarà il ricordo di chi non è più con noi.”
  2. Come potremmo vivere senza placare la memoria, che non vuol dire arrendersi, o dimenticare, ma lasciare che il caldo si raffreddi, che il bagnato si asciughi, che ogni cosa si trasformi e nasca un inizio da una fine. Che la fame si sazi per tornare a essere fome. Che il desiderio si estingua per rinascere. Che il sonno dia pace alla stanchezza per avere sonno di nuovo.”
  3. Ogni minuto della vita gira attorno a qualcosa che non c’è più perché qualcos’altro possa accadere. C’è bisogno di essere felici per tenere testa a questo dolore inconcepibile. C’è bisogno di paura per avere coraggio. È l’assenza la vera misura della presenza. Il calibro del suo valore e del suo potere.”
  4. La vita è molto semplice. Per essere felici non ci vuole tanto. Per essere felici non ci vuole quasi niente. Niente, comunque, che non sia già dentro di noi.”
  5. Nessuna foto assomiglia a una persona viva. Nelle foto si sta fermi. Nella realtà, anche da fermi, si respira. Le foto non respirano.”
  6. Se dovessi spiegare cos’è un amico, questo direi. Un amico è quella persona per cui anche se è cambiato tutto non è cambiato nulla.”
  7. Le persone più interessanti sono le donne con molto passato e gli uomini con molto futuro.”
  8. La storia grande è uno spostamento piccolo nella tua vita. È la storia piccola della tua vita a essere grande.”
  9. L’amore non si dimentica di te anche quando tu lo ignori. Torna, bussa. Se non rispondi ti porta a fondo. Devi averne un po’ paura, ma più di tutto devi mostrargli il tuo coraggio. Devi esserci, quando chiama. Devi essere lì e prenderti cura di lui. Solo se lo lasci libero di andare puoi vederlo tornare.”
  10. Le regole della salute: dormire almeno sei ore, avere rispetto del corpo, curarlo. Dedicare dieci minuti al giorno ad ascoltarlo e capire cosa chiede. Fare esercizio, camminare. Non usare farmaci se non è assolutamente necessario.”
  11. Sono sicura che le persone che ci hanno lasciato siano nelle cose che ci hanno insegnato, nei loro pensieri da finire di pensare, nei gesti che ripetiamo ogni giorno.”

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