Elena Ferrante è la scrittrice invisibile più famosa d’Italia. Nessuno sa con certezza chi sia: potrebbe essere una donna, un uomo, un collettivo di monaci benedettini sotto pseudonimo (ma poco probabile, vista la quantità di emozioni, sangue e viscere nei suoi romanzi). Quel che è certo è che le sue parole sono così vive, che del volto non si sente la mancanza. Elena Ferrante è l’autrice de L’amica geniale, una saga che ha conquistato milioni di lettori nel mondo. Le sue storie parlano di donne vere, imperfette, arrabbiate, bellissime senza volerlo e bruttine senza colpa. E soprattutto parlano della bellezza come qualcosa di molto, molto più complesso di quello che ci propinano le pubblicità e i filtri di Instagram.

La bellezza secondo Elena Ferrante
Per Elena Ferrante, la bellezza non è mai semplice. Non è il volto perfetto, la pelle liscia, le labbra gonfie come gommoni. È qualcosa che va oltre: una maschera, un velo, un inganno necessario per sopravvivere. E qui entra in scena la sua frase più tagliente:
“La bellezza è cipria passata sopra l’orrore: se la si toglie, restiamo soli col nostro spavento.”
Capito il tono? Non esattamente zuccheroso. In questa frase, tratta da una delle sue lettere pubblicate ne La frantumaglia, Elena Ferrante ci fa capire che la bellezza è, in fondo, una strategia. Una copertura. Una trincea estetica contro la bruttezza del mondo e del dolore interiore. Non è un trucco per farsi notare: è un cerotto per non crollare.
Quando la cipria diventa fotoritocco
Ora, immagina di leggere questa frase sotto la foto di un’amica, talmente filtrata da sembrare un personaggio della Pixar. Capelli finti lucidi, pelle finta liscia, occhi finti grandi. Tutto troppo perfetto. Ecco: “La bellezza è cipria passata sopra l’orrore…” funziona benissimo anche come commento acido travestito da citazione colta. Tipo: “Wow, che riflessione profonda Ferrante… (e magari rivedi i filtri, eh).” Insomma, è un modo elegante per dire: “Tesoro, sei ancora tu là sotto?”
Meglio guardare dentro di sé
In diverse interviste e lettere, Elena Ferrante invita a guardare dentro di sé, a raccontare con coraggio anche le parti più scomode, sporche, difficili. Per lei, scrivere è un modo per spogliarsi della cipria e affrontare l’orrore a viso aperto. Altro che filtro Valencia.
E questo vale anche nella vita quotidiana: invece di postare solo sorrisi plastificati e facce da passerella, magari possiamo concederci il lusso di essere veri. Fragili. Persino spettinati. Perché, come Ferrante insegna, la bellezza più autentica è quella che non fa finta di niente.
I personaggi di Ferrante sono l’emblema di questa tensione tra bellezza e orrore. Lila, affascinante e distruttiva. Lenù, insicura e in cerca di approvazione. Tutti noi, sui social e nella vita, oscilliamo tra questi poli. Ma forse, se ogni tanto lasciamo cadere la cipria (o almeno disattiviamo il filtro “bellezza+500%”), possiamo scoprire che non c’è niente di spaventoso in un volto vero. Solo tanta umanità.
Frasi di Elena Ferrante sulla bellezza
- “Penso che la bellezza sia un inganno. Come il mare in un giorno sereno. O come un tramonto. O come il cielo di notte.”
- “La bellezza delle cose è un trucco, il cielo è il trono della paura.”
- “La bellezza che Cerullo aveva nella testa fin da piccola non ha trovato sbocco e le è finita tutta in faccia, nel petto, nelle cosce e nel culo…”
- “Quanto alla faccia, sì, non aveva nessuna armonia. Lo splendore di un viso covava e prometteva dolore ancor più di un volto opaco.”
- “E adesso mi divertiva farmi bella. Ma a volte, tutto quel tempo a camuffarmi… tutto quell’affanno per non sembrare bella.”
- “Se non mi curo non riesco a lavorare.”
- “La bellezza è cipria passata sopra l’orrore: se la si toglie, restiamo soli col nostro spavento.”
- “L’apparenza verrà presto e non sarà più apparenza.”
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