Elena Ferrante è uno dei nomi più enigmatici della letteratura contemporanea italiana. Dietro questo pseudonimo si nasconde una donna che ha scelto di restare nell’ombra, lasciando parlare solo i suoi libri. Le sue storie, in particolare la celebre saga dell’Amica Geniale, parlano di amicizia, di famiglia, di città, di legami impossibili e anche di nostalgia. Ma attenzione: per Elena Ferrante la nostalgia non è quella dolce malinconia da ricordo felice. No, lei la guarda con occhi taglienti e sinceri.

La nostalgia secondo Elena Ferrante: non è un abbraccio, è un inganno
Per Elena Ferrante, la nostalgia è spesso un trucco del cervello per convincerci che il passato fosse migliore di quanto non fosse. Nei suoi romanzi, i ricordi dell’infanzia, della giovinezza o di amori lontani emergono come ombre: a volte dolci, altre volte dolorose, ma mai da rimpiangere in modo romantico. Come scrive in The Story of a New Name:
“Non sentì nostalgia di quel periodo. Sentì solo che il tempo era passato, che ciò che era stato importante non lo era più.”
In altre parole, Elena Ferrante ci ricorda che il passato non è una casa in cui possiamo abitare: è solo il terreno su cui abbiamo camminato, e basta.
Quando il futuro smette di essere possibilità
“Il futuro, da un certo punto in poi, è solo necessità di vivere al passato.”
Questa frase di Ferrante, che può sembrare pessimista, in realtà contiene un consiglio prezioso. Tradotta in parole semplici, significa che quando ci lasciamo dominare dai ricordi, il futuro smette di essere una possibilità e diventa solo un tentativo di riparare o rivivere ciò che è già accaduto. La nostalgia diventa così una gabbia invisibile: vivi il presente con la testa rivolta indietro, e perdi tutto ciò che potrebbe arrivare.
Come possiamo usare questo pensiero con i nostri genitori
Se hai genitori che vivono di ricordi, che parlano solo di “quando ero giovane” o “ai miei tempi…”, questa frase può essere un ottimo argomento per convincerli a godersi il presente. Si può dire: “Papà, mamma, capisco che quei tempi fossero importanti, ma il futuro non è un museo: non possiamo viverci dentro. Viviamo oggi, e lasciamo che il passato sia… passato.” Una piccola occhiata alla saggezza di Elena Ferrante e un pizzico di ironia possono aiutare anche i più nostalgici a non restare incastrati nei ricordi.
Nostalgia sì, ma con giudizio
Elena Ferrante non dice di ignorare completamente i ricordi: li analizza, li racconta, li usa per capire chi siamo. Il problema nasce quando la nostalgia prende il controllo e ci impedisce di vivere. La scrittrice ci insegna a fare un passo indietro rispetto ai ricordi, guardarli con onestà e usarli come strumenti, non come catene.
In sintesi, Elena Ferrante ci regala una lezione chiara: il passato può essere dolce, ma il presente e il futuro meritano la nostra attenzione. Non lasciamoci ingannare dalla nostalgia, perché la vita vera non è nei ricordi, ma in quello che stiamo vivendo adesso… anche se ogni tanto ci viene voglia di guardare vecchie fotografie.
Frasi di Elena Ferrante sulla nostalgia
- “Non sentì nostalgia di quel periodo. Sentì solo che il tempo era passato, che ciò che era stato importante non lo era più, che il garbuglio nella testa durava e non voleva sbrogliarsi.”
- “Non ho nostalgia della nostra infanzia, è piena di violenza. Ci succedeva di tutto, in casa e fuori, ma non ricordo di aver mai pensato che la vita che c’era capitata fosse particolarmente brutta. La vita era così e basta, crescevamo con l’obbligo di renderla difficile agli altri prima che gli altri la rendessero difficile a noi.”
- “Mi ero accorta da tempo che ognuno si organizza la memoria come gli conviene, tuttora mi sorprendo a farlo anch’io.”
- “Dovevo strapparmi il dolore della memoria, dovevo scartavetrare i graffi che mi guastavano il cervello.”
- “Il passato, nella sua indeterminatezza, si offre o attraverso il filtro della nostalgia o attraverso quello dell’istruttoria. Non amo la nostalgia, porta a non vedere le sofferenze individuali, le ampie sacche di miseria. Preferisco l’acquisizione agli atti.”
- “La città non è mai veramente passata: è sempre lì, a un passo da te, pronta a riemergere.”
- “Il futuro, da un certo punto in poi, è solo necessità di vivere al passato.”
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