15 frasi di Gustave Flaubert sulla felicità: diventerai imbecille ed egoista, ma finalmente sarai felice e ringrazierai

L’8 maggio segna l’anniversario della morte di Gustave Flaubert, uno degli scrittori più influenti del XIX secolo, padre indiscusso del realismo letterario. Con la sua penna lucida e impietosa, ha descritto la società borghese, i sogni infranti e le illusioni dell’animo umano come pochi altri. Ma dietro il grande autore di Madame Bovary, L’educazione sentimentale e Bouvard e Pécuchet, c’era anche un uomo inquieto, ironico, spesso cinico, sempre in guerra con l’idea stessa di felicità. E proprio su questo tema ha lasciato alcune delle riflessioni più provocatorie e sincere della letteratura moderna.

Frasi di Gustave Flaubert sulla felicità
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Flaubert, l’uomo dietro il mito

Nato a Rouen nel 1821, Gustave Flaubert non fu mai un uomo mondano o accomodante. Schivo, introverso, intellettualmente inflessibile, dedicò la sua vita alla letteratura con un rigore quasi monastico. Passava giorni interi su una singola frase, convinto che la perfezione stilistica fosse l’unico modo per arrivare alla verità. “Le mot juste“, la parola giusta, era la sua ossessione.

Nonostante una salute fragile e frequenti periodi di isolamento, ebbe una vita amorosa turbolenta, fatta di passioni epistolari e avventure esotiche. Ma nessuna donna, nessun viaggio, nessun successo riuscì mai a cancellare in lui un senso di insoddisfazione di fondo. E qui entra in gioco la sua idea di felicità.

Cos’è la felicità per Flaubert?

In una lettera del 1846 scritta alla poetessa Louise Colet, sua amante e confidente, Flaubert scrive una delle sue frasi più celebri e disilluse:

Per essere felici bisogna essere imbecilli, egoisti e in buona salute

Una dichiarazione forte, tagliente, che riflette il suo pensiero sull’esistenza. Per lui la felicità non è una conquista spirituale o un equilibrio interiore, ma una condizione quasi animale: chi non pensa troppo, chi non si pone domande e si concentra solo su sé stesso, ha qualche possibilità di essere felice. Chi invece riflette, sente troppo, analizza ogni cosa, è condannato all’inquietudine.

Flaubert non disprezza la felicità, semplicemente la considera inaccessibile per chi, come lui, è dotato di una coscienza acuta e di uno spirito critico feroce. Eppure, proprio questa consapevolezza lo rende straordinariamente moderno.

L’autore che rideva dell’infelicità

Nonostante il suo cinismo, Flaubert era capace di un umorismo corrosivo e dissacrante. Ne è un esempio Bouvard e Pécuchet, il romanzo incompiuto in cui due copisti in pensione si lanciano in un assurdo tentativo di conoscere tutto lo scibile umano… fallendo miseramente. È un inno all’inutilità della ricerca di senso, una satira dell’idea che la cultura possa dare felicità. Eppure, è divertente. Forse anche Flaubert, in fondo, rideva della propria disperazione.

Consigli di felicità da uno che non ci credeva, ma ci pensava

Se gli avessimo chiesto come essere felici, Flaubert ci avrebbe probabilmente risposto con sarcasmo. Ma le sue lettere e i suoi scritti ci offrono comunque qualche consiglio, seppur non ortodosso:

  • Ignora l’opinione degli altri: Flaubert detestava l’omologazione e la mediocrità borghese. La felicità, per lui, non può nascere se si vive per compiacere gli altri;
  • ama con intensità, ma senza illusioni: nelle sue lettere si percepisce il dolore dell’amore non corrisposto, ma anche la bellezza dell’amore intellettuale e libero, come quello che provava per Louise Colet;
  • cerca la bellezza nell’arte, non nella vita: la vita delude, l’arte consola. È nell’arte che Flaubert trovava la sua unica forma di sollievo.

Una felicità impossibile… o solo difficile?

Flaubert ci insegna che forse non esiste una formula universale per la felicità. Anzi, più cerchiamo di incasellarla, più ci sfugge. Eppure, nella sua vita da eremita piena di lettere, libri e battaglie con le parole, si percepisce un’intensità rara. Non era felice, forse, ma era vivo fino all’ultima riga.

E allora, in questo 8 maggio, mentre lo ricordiamo con affetto e ammirazione, possiamo anche sorridere pensando che quel burbero scrittore francese, che dichiarava che per essere felici bisogna essere stupidi, ci ha reso un po’ più consapevoli, e chissà, forse anche un po’ più felici… proprio grazie alla sua lucidità.

15 frasi di Gustave Flaubert sulla felicità

  1. Tre cose occorrono per essere felici: essere imbecilli, essere egoisti e avere una buona salute; ma se vi manca la prima, tutto è finito.”
  2. La felicità è una menzogna, la cui ricerca è causa di tutti i malanni della vita. Ma ci sono calme serene che la imitano e forse la superano.”
  3. Non sono i grandi dolori che fanno la sofferenza né le grandi gioie che fanno la felicità, ma è il tessuto fine e impercettibile di mille circostanze banali, di mille particolari sottili che compongono tutta la vita di calma radiosa o agitazione infelice.”
  4. La felicità non è cercare la felicità, ma evitare la noia.”
  5. Non bisogna chiedere arance ai meli, sole alla Francia, amore alle donne, felicità alla vita.”
  6. Il cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra: si dona.”
  7. Il futuro ci tormenta, il passato ci trattiene, è per questo che il presente ci sfugge.”
  8. La parte migliore della vita si trascorre a dire ‘È troppo presto’, e poi a dire ‘È troppo tardi’.”
  9. Tutti i dolori vengono da un eccesso di pensiero ozioso.”
  10. Il lavoro è ancora il mezzo migliore per far passare la vita.”
  11. Ama l’arte; fra tutte le menzogne è ancora quella che mente di meno.”
  12. L’avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge.”
  13. Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.”
  14. Se si è coinvolti nella vita, la si vede poco chiaramente; la vista è oscurata dalla sofferenza, o dal godimento.”
  15. Esistono cammini senza viaggiatori. Ma vi sono ancor più viaggiatori che non hanno i loro sentieri.”

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