Haruki Murakami è uno di quegli scrittori che riescono a parlarti dell’anima senza sembrare un santone. Scrive di gatti che spariscono, pozzi misteriosi, mondi paralleli e canzoni dei Beatles, ma sotto questa superficie un po’ surreale c’è sempre una cosa molto concreta: l’essere umano alle prese con i propri ricordi. E quindi, inevitabilmente, con la nostalgia. Non quella zuccherosa da album dei ricordi, ma quella che arriva all’improvviso, ti stringe la gola e ti fa pensare: “Era meglio prima”. Murakami questa sensazione la conosce bene. E la racconta spesso, con lucidità e un filo di ironia, come quando scrive:
“Sembra che stiamo attraversando un periodo di nostalgia, e tutti sembrano pensare che ieri fosse meglio di oggi.”
Una frase semplice, quasi da chiacchierata al bar, ma che in realtà nasconde una critica molto affilata al nostro modo di guardare il passato.

Haruki Murakami: un uomo che guarda avanti correndo
Haruki Murakami è famoso per la sua vita regolare: si alza presto, scrive, corre chilometri ogni giorno. La corsa, per lui, non è solo sport, è una filosofia. Andare avanti, un passo dopo l’altro. E già questo ci dice molto del suo rapporto con la nostalgia.
Murakami non è uno che si siede a rimpiangere ciò che è stato. Sa che il passato esiste, pesa, a volte fa male, ma non può diventare un divano su cui spiaggiarsi. Nei suoi romanzi i personaggi ricordano, eccome se ricordano. Ma quasi mai tornano davvero indietro. Piuttosto, si portano dietro i ricordi come una valigia: ingombrante, sì, ma inevitabile.
La nostalgia nei suoi libri: calore e ferite
Haruki Murakami non demonizza la nostalgia. Anzi, la descrive con una precisione chirurgica quando scrive:
“I ricordi ti riscaldano dall’interno. Ma ti distruggono anche.”
Ecco il punto. La nostalgia è ambivalente. Da una parte consola, dall’altra fa male. È una coperta nelle sere fredde, ma se ti ci avvolgi troppo rischi di non alzarti più dal letto.
Nei suoi romanzi – da Norwegian Wood a Kafka sulla spiaggia, passando per Dance Dance Dance – il passato è sempre presente. Amori finiti, occasioni perse, versioni di sé che non esistono più. Murakami non dice mai: “Dimentica tutto”. Dice piuttosto: guarda in faccia i tuoi ricordi, ma non permettere loro di decidere chi sei oggi.
Ieri era meglio di oggi?
La frase: “Sembra che stiamo attraversando un periodo di nostalgia, e tutti sembrano pensare che ieri fosse meglio di oggi”, è una stoccata elegante alla società contemporanea. Murakami osserva come siamo sempre più inclini a rifugiarci nel passato, a idealizzarlo, a renderlo più bello di quanto fosse davvero.
Ieri diventa un luogo sicuro perché non può più deluderci. Oggi invece è complicato, instabile, faticoso. E allora via con la nostalgia: la musica di una volta, le relazioni di una volta, persino i problemi di una volta, che a distanza sembrano quasi teneri.
Murakami ci invita a fare attenzione a questo meccanismo. Non perché ricordare sia sbagliato, ma perché falsare il passato è pericoloso. Se ieri diventa perfetto, oggi non potrà mai competere. E domani farà ancora più paura.
Quando la nostalgia ci prende alla gola
Qui Murakami diventa incredibilmente utile. Perché tutti sappiamo cosa significa quel groppo in gola improvviso. Una canzone, un odore, una frase detta per caso e zac: sei di nuovo lì, in un tempo che non esiste più. La tentazione è restarci. Pensare a come sarebbe stato se avessimo fatto scelte diverse. Ma Murakami, senza fare prediche, ci suggerisce un’altra strada. I ricordi vanno ascoltati, non abitati. Sono messaggi, non destinazioni.
Quando dice che la nostalgia è un fenomeno del nostro tempo, sta anche dicendo questo: attenzione a non usare il passato come scusa per non vivere il presente. Non tutto ciò che fa male va dimenticato, ma non tutto ciò che fa male va nemmeno venerato.
Frasi di Haruki Murakami sulla nostalgia
- “I ricordi ti riscaldano dall’interno. Ma ti distruggono anche.”
- “Opportunità perdute, possibilità perdute, sentimenti che non possiamo più recuperare. Fa parte del vivere.”
- “Quando scrivo di un quindicenne, salto indietro, ritorno ai giorni in cui avevo quell’età. È come una macchina del tempo…”
- “Sembra che stiamo attraversando un periodo di nostalgia, e tutti sembrano pensare che ieri fosse meglio di oggi.”
- “Puoi nascondere i ricordi, ma non puoi cancellare la storia che li ha prodotti.”
- “La maggior parte delle cose si dimentica col tempo. Ma comunque, non importa quanto tempo passi… ci sono alcune cose che non possiamo mai relegare nell’oblio.”
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