Frasi di Massimo Recalcati sul disagio giovanile, trasmetterai a tuo figlio il fuoco del desiderio e tutto cambierà

Massimo Recalcati non è soltanto lo psicoanalista che vediamo nei salotti televisivi o leggiamo sui giornali: è un intellettuale capace di trasformare concetti complicati in parole che arrivano dritte al cuore (e anche allo stomaco). Psicoanalista lacaniano, scrittore prolifico e docente universitario, Recalcati ha fatto del suo lavoro una missione: raccontare il malessere contemporaneo senza farlo sembrare un saggio di filosofia che nessuno leggerebbe volentieri sotto l’ombrellone. Dietro i suoi libri e le sue conferenze c’è un’idea precisa: i giovani di oggi non sono “fragili” per colpa loro, ma vivono in un tempo che ha perso la capacità di trasmettere il desiderio.

Frasi di Massimo Recalcati sul disagio giovanile

Il disagio giovanile secondo Massimo Recalcati

Quando parla di disagio giovanile, Massimo Recalcati non usa giri di parole: anoressia, bulimia, depressione, alcolismo, tossicomanie, attacchi di panico, isolamento sociale (il famoso “hikikomori”). Non sono etichette buttate lì per impressionare, ma le forme concrete con cui i ragazzi provano a sopravvivere in un mondo che sembra non offrire più senso.

E qui arriva la sua frase più tagliente:

Se dovessimo scandagliare le forme del disagio giovanile, il denominatore comune è la fatica di desiderare. Oggi, le vecchie generazioni fanno fatica a trasmettere alle nuove il fuoco del desiderio.”

Tradotto: i ragazzi non sanno più cosa volere, perché gli adulti non sanno più come insegnarlo.

Il fuoco che non scalda più

Il desiderio, per Recalcati, non è un capriccio: è quel fuoco che rende la vita degna di essere vissuta. È la passione, la vocazione, l’attitudine che ci fa alzare dal letto con un senso, invece che con la sola voglia di scrollare Instagram.

Il problema? I genitori di oggi hanno un difetto curioso: non cercano di educare i figli, ma di farsi amare da loro. Un capovolgimento che, secondo lo psicoanalista, indebolisce la funzione educativa e lascia i ragazzi senza quella spinta interiore che li accende. Perché, diciamocelo, non serve essere “gli amici dei nostri figli”: a loro non serve un compagno di merende, ma qualcuno che gli mostri come desiderare davvero.

Perché questa frase ci riguarda (e ci salva)

La lezione di Massimo Recalcati non è un atto d’accusa, ma un invito. Se davvero la radice del disagio giovanile è la fatica di desiderare, allora la cura è semplice (anche se non facile): tornare a trasmettere passione. Mostrare che la vita non è solo un elenco di problemi o bollette da pagare, ma può diventare fertile se accesa da una vocazione.

Significa insegnare ai nostri figli che sbagliare fa parte del gioco, che un sogno vale più di mille notifiche, che avere un fuoco dentro è meglio che avere l’ultimo modello di smartphone. In fondo, educare non è “farsi voler bene”, ma offrire un orizzonte.

Rinascere insieme

Se prendiamo sul serio queste parole, non è solo la vita dei nostri figli a cambiare, ma anche la nostra. Perché il desiderio è contagioso: se lo trasmettiamo, lo ritroviamo anche in noi. È come riaccendere un camino spento da tempo: i ragazzi imparano a scaldarsi, e noi a non vivere più al freddo.

In definitiva, il messaggio di Massimo Recalcati è chiaro e potente: il disagio giovanile si combatte non con sermoni moralisti, ma con il fuoco del desiderio. E forse la domanda da farci non è “Perché i giovani non desiderano più?”, ma: “Noi adulti, siamo ancora capaci di desiderare?”.

Frasi di Massimo Recalcati sul disagio giovanile

  1. Se dovessimo scandagliare le forme del disagio giovanile, il denominatore comune è la fatica di desiderare. Oggi, le vecchie generazioni fanno fatica a trasmettere alle nuove il fuoco del desiderio.”
  2. I genitori di oggi sono molto preoccupati di farsi amare dai propri figli. Questo rovescia la dialettica del riconoscimento: non è più il ragazzo a chiedersi quanto è amato dai genitori, ma sono la madre e il padre.”
  3. Il mancato riconoscimento comporta un cedimento nella funzione educativa dei genitori.”
  4. Il desiderio è un fuoco che accende la vita, che rende la vita viva, sia la nostra che quella dei nostri figli.”
  5. Nel nostro tempo, le vecchie generazioni fanno fatica a trasmettere alle nuove il fuoco del desiderio.”
  6. Se dovessimo scandagliare le forme del disagio giovanile, il denominatore comune è la fatica di desiderare.
  7. Le forme del disagio giovanile contemporaneo sono l’anoressia, la bulimia, l’alcolismo, le tossicomanie, il panico, la depressione e le somatizzazioni.”
  8. La fatica di desiderare è la fatica di accendere la propria vita, cioè avere una vocazione.”
  9. Quando una vita è ispirata da una vocazione, da una passione, da un’attitudine, da un’inclinazione, allora questa vita diventa vita feconda.”
  10. Il disagio individuale è sempre inscritto in un contesto sociale. Nel disagio individuale si evidenziano sia sintomi eclatanti, che possono prendere la forma della violenza, delle tossicomanie, dell’alcolismo ecc., e sia forme più nascoste, come la spinta a rintanarsi, a tagliare i ponti con i legami, quello che i giapponesi chiamano hikikomori.”
  11. Il disagio giovanile contemporaneo ha in sé una nuova forma di melanconia, cioè di introversione, e quindi di rottura coi rapporti con il mondo.”

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