Paolo Crepet non è solo uno psichiatra, scrittore e sociologo: è una voce fuori dal coro. Uno di quelli che non ha paura di dire ciò che pensa, anche se sa che farà storcere qualche naso. E forse è proprio questo il segreto del suo successo: non cerca il consenso, ma la verità. La sua. Quando parla, Crepet non usa il linguaggio morbido del “politicamente corretto”: usa la lama dell’onestà. E quando affronta il tema del consenso, lo fa come chi ha capito una cosa semplice ma rivoluzionaria: vivere per piacere agli altri è la forma più elegante di prigionia.
Cercare il consenso è come vivere col fiato corto
“Non si fanno le cose per gli altri. Non si cerca il consenso ad ogni costo.”
Questa sua frase, più che un consiglio, suona come una piccola ribellione personale. Paolo Crepet non parla solo di psicologia, ma di sopravvivenza emotiva. Cercare il consenso – dice – è come vivere con il fiato corto, in attesa dell’applauso che ti dica se vai bene o no. Ma la verità è che nessuno è mai piaciuto a tutti, nemmeno Gesù Cristo (e guarda come gli è andata a finire).
Per Crepet, la vita è una questione di visione:
“Bisogna avere una visione delle cose e avere il coraggio di andare avanti con quella visione.”
Il consenso? Un optional. Se qualcuno ci applaude, tanto meglio. Se no, pace. Si continua a camminare:
“Se troverete qualcuno che vi accompagna per un pezzo di strada, bene. Sennò si va avanti lo stesso.”
Il consenso è sopravvalutato (e pure un po’ noioso)
Crepet lo dice chiaro: cercare approvazione è una malattia moderna. Viviamo con il “mi piace” incorporato nel cervello. Ogni foto, ogni scelta, ogni frase ha bisogno di essere convalidata da qualcuno. Ma la verità è che il consenso non è libertà, è una catena dorata.
Ecco perché i suoi discorsi – nei libri, in TV o durante le conferenze – sono una boccata d’aria fresca: ci ricordano che non dobbiamo essere tutti simpatici, piacevoli o accondiscendenti. A volte, per restare fedeli a sé stessi, bisogna anche essere antipatici. Non per scelta, ma per coerenza.
Vivere senza il permesso degli altri
La lezione di Crepet è tanto semplice quanto scomoda: smettila di chiedere permesso per essere te stesso. Non serve essere arroganti, ma autentici. Vuoi cambiare lavoro, lasciare una relazione, o semplicemente vestirti come ti pare? Fallo. Gli altri avranno sempre un’opinione, ma la tua vita non è un sondaggio d’opinione.
Come direbbe Crepet, “la libertà non è essere accettati, ma accettarsi.”
E se nel percorso qualcuno si ferma e ti applaude, ringrazia. Se invece ti critica, sorridi. Non c’è consenso che valga quanto la pace di non dover recitare.
La morale (senza morale) di Crepet
Forse la vera forza del suo pensiero sta nel togliere potere al giudizio altrui. Non ci invita a diventare egoisti, ma a essere liberi. A vivere secondo una nostra bussola, anche se va in direzione opposta a quella del gruppo.
In fondo, Crepet non ci dice di fregarcene di tutto; ci dice di fregarcene del superfluo, di tutto ciò che ci allontana da noi stessi. Perché chi vive per piacere agli altri, finisce per non piacere più a nessuno. Nemmeno a sé stesso.
Frasi di Paolo Crepet sul consenso
- “Non si fanno le cose per gli altri. Non si cerca il consenso ad ogni costo.”
- “Bisogna avere una visione delle cose e avere il coraggio di andare avanti con quella visione.”
- “Se troverete qualcuno che vi applaude per la vostra visione, che vi accompagna per un pezzo di strada della vostra vita, tanto meglio, sennò si va avanti lo stesso.”
Leggi altre frasi celebri di Paolo Crepet e le frasi celebri sul consenso