Frasi di Pirandello sull’immaginazione, usale per dire a tua suocera che le cose che pensi di lei non le hai sognate!

Luigi Pirandello è uno di quegli autori che non ti prendono per mano: ti spingono direttamente dentro uno specchio, te lo fanno guardare da vicino e poi lo rompono. Uomo inquieto, scrittore geniale, osservatore spietato dell’animo umano, Pirandello ha passato la vita a dirci una cosa semplice e devastante allo stesso tempo: la realtà non è mai una sola. E l’immaginazione, lungi dall’essere una fantasia innocente, è una forza potentissima, capace di creare, deformare e perfino distruggere identità. Il punto è che spesso non è nemmeno “nostra”.

Frasi di Pirandello sull’immaginazione
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Luigi Pirandello: uno che non si fidava delle certezze

Luigi Pirandello non era un autore sereno, e si vede. Nato in Sicilia nel 1867, ha attraversato crisi personali profonde, una famiglia complicata, una moglie malata, difficoltà economiche e un senso costante di scollamento tra ciò che sentiva di essere e ciò che il mondo vedeva in lui. Non è un dettaglio biografico da manuale scolastico: è la chiave di tutto. Pirandello non scrive per rassicurare, scrive perché non si fida. Non delle parole, non delle persone, non delle definizioni. E soprattutto non della realtà, che per lui è sempre mobile, instabile, soggetta allo sguardo di chi osserva.

L’immaginazione secondo Pirandello: non è fantasia, è potere

Quando Pirandello parla di immaginazione non intende la capacità di inventare draghi o castelli in aria. Per lui l’immaginazione è il modo in cui gli altri ci vedono e ci pensano. È una lente deformante che non controlliamo, ma che ci controlla. Nei suoi romanzi e nei suoi testi teatrali, da Uno, nessuno e centomila a Sei personaggi in cerca d’autore, l’immaginazione è ciò che costruisce le maschere sociali. Ognuno di noi ne indossa una, ma il vero problema è che ce ne mettono addosso decine, spesso senza chiedere permesso. Pirandello lo dice chiaramente quando scrive:

La verità certamente non fu mai ladra: la frode a noi venne sempre dal troppo immaginare.”

Il guaio non è la verità, ma ciò che immaginiamo su di essa. E, soprattutto, ciò che gli altri immaginano su di noi.

Quando gli altri sanno “meglio” chi siamo

Arriviamo al cuore del discorso, alla frase che è un piccolo capolavoro di lucidità (e di inquietudine):

Tutto ciò che di noi si può immaginare è realmente possibile, ancorché non sia vero per noi. Tanto vero, che può anche capitare che gli altri, se non vi tenete forti alla realtà che per vostro conto vi siete data, possono indurvi a riconoscere che più vera della vostra stessa realtà è quella che vi danno loro.”

Tradotta in lingua corrente: se qualcuno si fa un’idea di te, quell’idea diventa reale, anche se tu non ti riconosci minimamente in essa. E se non sei abbastanza solido, finisci per crederci anche tu. Pirandello sta dicendo una cosa spietata: l’identità non è solo ciò che sei, ma anche ciò che gli altri immaginano che tu sia. E spesso vince la loro versione.

Perché questa frase è ancora utilissima oggi (e in famiglia)

Questa riflessione non è solo filosofia alta. È vita quotidiana. È ufficio, social network, amicizie… ed è, soprattutto, famiglia. Prendiamo la suocera. Figura mitologica, osservatrice attenta, spesso convinta di sapere esattamente chi sei e cosa fai, anche quando non è vero. O almeno così dice lei.

Quando la suocera sostiene che “ti sei immaginato tutto”, Pirandello arriva in tuo soccorso con elegante ferocia. Perché secondo lui, se un comportamento viene percepito, interpretato, rielaborato e riconosciuto come reale, allora reale lo è. Non perché sia oggettivamente vero, ma perché agisce come se lo fosse. E quindi no, non stai immaginando. Stai leggendo una realtà che prende forma nello spazio delle relazioni. Pirandello ci direbbe che il problema non è dimostrare se hai ragione o torto, ma capire che l’immaginazione dell’altro ha effetti concreti. E che spesso la negazione è solo un modo per non assumersi responsabilità.

Il consiglio implicito di Pirandello: tieniti stretto a te stesso

Pirandello non dà mai consigli diretti, ma uno emerge chiaramente: devi sapere chi sei. Devi “tenerti forte alla realtà che per tuo conto ti sei data”. Perché se molli, se lasci che siano gli altri a definirti, sei perduto. Diventi uno, nessuno e centomila, proprio come il suo personaggio più famoso. E attenzione: questo vale anche al contrario. Anche noi immaginiamo gli altri. Anche noi creiamo versioni che forse non sono vere, ma che diventano potenti. Pirandello non assolve nessuno, nemmeno il lettore.

Pirandello, manuale di sopravvivenza emotiva

Pirandello non è uno scrittore facile, ma è incredibilmente utile. Ci insegna che l’immaginazione non è evasione, è struttura portante della realtà sociale. Ci mette in guardia contro il rischio di farci vivere addosso definizioni altrui e ci invita, con ironia crudele, a restare vigili. E se un giorno, davanti a un caffè, la suocera insiste che “è tutto nella tua testa”, puoi sorridere. Pirandello, da qualche parte, ti sta dando ragione. E lo fa con una classe che lei, probabilmente, non può immaginare.

Frasi di Pirandello sull’immaginazione

  1. La natura usa l’immaginazione umana per elevare la sua opera di creazione a livelli ancora più alti.”
  2. Tutto ciò che di noi si può immaginare è realmente possibile, ancorché non sia vero per noi. Tanto vero, che può anche capitare che gli altri, se non vi tenete forti alla realtà che per vostro conto vi siete data, possono indurvi a riconoscere che più vera della vostra stessa realtà è quella che vi danno loro.”
  3. La verità certamente non fu mai ladra: la frode a noi venne sempre dal troppo immaginare.”
  4. Vorrei passare tutto il mio tempo a scriverti; vorrei condividere con te tutto ciò che mi passa per la mente, tutto ciò che pesa sul mio cuore, tutto ciò che dà aria alla mia anima; fantasmi d’arte, sogni che sarebbero così belli se potessero diventare realtà.”
  5. Di quante cose sostanziali, minutissime, inimmaginabili ha bisogno la nostra invenzione per ridiventare quella stessa realtà da cui fu tratta…

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