Frasi di Roberta Bruzzone sui figli maschi, insegnerai ai tuoi figli a stare al mondo e ti sentirai un buon genitore

Roberta Bruzzone, criminologa e volto televisivo tra i più riconoscibili in Italia, non è solo un’esperta di delitti e psicologia criminale. È anche una donna che sa mettere il dito nella piaga quando si parla di educazione dei figli maschi. Il suo modo diretto e a volte spietato non lascia spazio a fraintendimenti: i bambini maschi non devono crescere pensando di avere sempre una cameriera a disposizione,  né in casa, né nella vita di coppia. Dietro la sua ironia e la sua franchezza c’è un messaggio che riguarda tutti noi genitori: che uomini stiamo crescendo?

Frasi di Roberta Bruzzone sui figli maschi

Chi è Roberta Bruzzone

Chi conosce Roberta Bruzzone sa che il suo stile è inconfondibile: decisa, pungente, senza peli sulla lingua. In tv o nei suoi libri non edulcora mai la realtà, anzi, la mette sotto i riflettori. Quando parla di figli maschi, lo fa con la stessa schiettezza con cui analizza un caso di cronaca: niente giri di parole, ma domande scomode che fanno tremare più di una madre (e anche qualche padre).

“Che tipo di uomini stiamo crescendo?”

La frase forse più celebre della Bruzzone è una vera e propria sveglia per le famiglie:

Che tipo di uomini stiamo crescendo? Siamo sicuri di star crescendo dei figli che siano in grado di affrontare una donna autonoma, così come ci auguriamo che sia? Stiamo insegnando ai nostri figli a prendersi cura di sé o li stiamo solo servendo e riverendo?

Non è solo una provocazione: è un invito a guardarsi allo specchio come genitori. Perché se continuiamo a fare da camerieri ai nostri figli maschi, rischiamo di consegnare al mondo adulti incapaci di cucinarsi un piatto di pasta o di gestire una relazione sana con una donna autonoma.

Mutande e autonomie: la verità senza filtri

Roberta Bruzzone, con la sua ironia tagliente, sottolinea spesso un aspetto che molti fingono di non vedere:

Quante madri insegnano ai figli a prendersi cura di sé e a lavarsi le mutande? Molto poche.”

Il messaggio è chiaro: se un ragazzo non impara da piccolo a badare a sé stesso, da grande non si trasformerà magicamente in un uomo capace di gestire la propria vita. Crescerà invece come un “piccolo tiranno”, convinto che il mondo gli debba servire il caffè a letto.

Il rischio del “mammonismo”

Roberta Bruzzone lo spiega senza mezzi termini: se i genitori continuano a servire e riverire i figli maschi, poi non sorprendiamoci se da adulti tornano a casa delusi perché “nessuna donna è all’altezza delle loro aspettative”. In altre parole, nessuna ragazza ha voglia di fare la serva (o quantomeno non dovrebbe averne). E noi, come genitori, cosa facciamo? Ce li riprendiamo indietro, poverini?

Un lavoro da fare sugli uomini

Un altro punto centrale del discorso di Roberta Bruzzone riguarda l’equilibrio nell’educazione:

Stiamo lavorando tanto sulle ragazze, stiamo cercando di improntare un concetto di autonomia come principio base, non quello di sudditanza. Sugli uomini, quale lavoro stiamo facendo?

Ed è qui che casca l’asino. Mentre alle figlie insegniamo indipendenza, ai figli spesso trasmettiamo un modello di comodità e assistenza che li prepara a una delusione sicura.

Perché queste parole ci servono davvero

La domanda da farci non è solo “che tipo di uomini stiamo crescendo?”, ma anche: “Che genitori vogliamo essere?”. Perché insegnare ai nostri figli maschi a prendersi cura di sé, a cucinare, a rispettare le donne e a vivere senza aspettarsi sempre un “servizio incluso”, non è un favore al femminismo. È un favore alla nostra coscienza di genitori. Significa crescere uomini liberi, rispettosi e capaci di amare senza catene.

Meglio un uomo autonomo che un re senza regno

Roberta Bruzzone ci provoca, ci punge e ci costringe a pensare. Ed è proprio quello di cui abbiamo bisogno. Perché crescere un figlio maschio non significa allevarlo come un piccolo principe, ma come un uomo che sappia guardare negli occhi una donna autonoma senza sentirsi minacciato. Un uomo che sa rispettare sé stesso e gli altri, e che non tornerà mai indietro a bussare a “mammina” solo perché non ha trovato una compagna disposta a stirargli le camicie.

In fondo, non è meglio per tutti crescere uomini veri piuttosto che futuri “bamboccioni” con la sindrome del divano?

Frasi di Roberta Bruzzone sui figli maschi

  1. Che tipo di uomini stiamo crescendo? Siamo sicuri di star crescendo dei figli che siano in grado di affrontare una donna autonoma, così come ci auguriamo che sia? Stiamo insegnando ai nostri figli a prendersi cura di sé o li stiamo solo servendo e riverendo?
  2. Quante madri insegnano ai figli a prendersi cura di sé e a lavarsi le mutande? Molto poche.”
  3. Finiamola di continuare a pensare che certi compiti siano solo demandati alle donne e che solo loro se ne possano occupare.”
  4. Nel momento in cui i vostri figli maschi usciranno di casa, quella casa in cui li avete serviti e riveriti e trasformati in piccoli tiranni, troveranno fuori qualcuna che non è più così impostata in quella direzione, o ci auguriamo che non sia così. E quindi che succederà? Tornerà a casa da mammina? E voi ve lo riprenderete, poverino? Perché non ha trovato una donna all’altezza delle sue aspettative, cioè una serva?
  5. È questo il tipo di uomini che stiamo crescendo? Stiamo lavorando tanto sulle ragazze, stiamo cercando di smuoverle, di farle ragionare diversamente, di improntare maggiormente un concetto di autonomia come principio base, non quello di sudditanza.”
  6. Sugli uomini, quale lavoro stiamo facendo? Sono pronti questi uomini ad accogliere una tipologia di donna completamente diversa da quella che hanno vista in casa? Con cui sono cresciuti?

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