Roberto Vecchioni è uno di quei personaggi che sembrano usciti da un romanzo che mescola poesia, filosofia e sarcasmo lombardo. È cantautore, scrittore, professore, padre, marito e, da sempre, uno che non ha paura di parlare della vita, anche nei suoi angoli più bui. Come la solitudine, ad esempio. Ma attenzione: per Vecchioni la solitudine non è la stessa che ci vendono nei film strappalacrime. Non è il “lui mi ha lasciata” o il “lei non mi ama più”. No, è qualcosa di più sottile, ma anche più profondo.
Roberto Vecchioni: il Professore con la chitarra
Nato a Milano nel 1943, Roberto Vecchioni ha attraversato la musica italiana con la penna di un poeta e la testa di un intellettuale (ma uno di quelli simpatici, non da salotto radical chic). È stato insegnante di lettere classiche e autore per altri prima ancora che cantautore. Nei suoi testi si incrociano mitologia greca, ricordi personali, riflessioni sull’amore, la vita, la fede e – appunto – la solitudine. Ma sempre con quel tono da zio che sa tutto, anche se a volte fa finta di no.
La solitudine secondo Vecchioni: una questione di presenza (mancata)
Vecchioni non ti dice che la solitudine è brutta. Ti dice che è peggio quando non arriva nessuno, piuttosto che quando qualcuno se ne va. La frase che meglio lo rappresenta è questa:
“Non si è soli quando un altro ti ha lasciato, si è soli se qualcuno non è mai venuto.”
Ed ecco il colpo di genio. In poche parole, smonta tutto quel dramma tipico delle storie d’amore finite male. Perché? Perché se qualcuno ti ha lasciato, almeno c’è stato. C’è stata una presenza, un amore, un pezzo di vita condivisa. Ma quando nessuno è mai arrivato, quando nessuno ti ha mai scelto, amato, cercato… allora sì che sei solo. Ed è una solitudine diversa: è quella che non ha avuto nemmeno l’occasione di essere rotta.
Perché questa frase può aiutarti, anche dopo un abbandono
Diciamolo: quando ci lasciano, ci sentiamo a pezzi. La classica playlist da “lacrime e vino rosso” parte da sola, e ogni canzone sembra parlare di noi. Ma Vecchioni, con la sua solita delicatezza da bulldozer col cuore, ci dà un’altra prospettiva.
Se sei stato lasciato, significa che hai vissuto qualcosa. Hai avuto una storia, un momento, una connessione. Non sei solo: sei solo adesso. E questo cambia tutto. La solitudine che segue un amore è dolore, sì, ma è anche prova che siamo capaci di amare e farci amare. È una ferita che, prima o poi, guarisce. Quella di chi non ha mai avuto nessuno, invece, è una fame che non ha mai conosciuto il sapore.
Una solitudine piena di significato
La solitudine, per Vecchioni, può essere anche uno spazio fertile. Una pausa necessaria. Un momento in cui, invece di aspettare che qualcuno ti venga a salvare, ti salvi da solo. Con ironia, con cultura, con amore.
Vecchioni non ci dice che dobbiamo essere felici da soli a tutti i costi, ma che possiamo esserlo. E questo, in un mondo che ci bombarda di coppie perfette su Instagram e messaggi motivazionali scritti su tramonti finti, è una rivoluzione.
La solitudine che insegna, non quella che distrugge
Roberto Vecchioni ci regala una visione della solitudine che non fa paura. Che consola anche chi è appena stato mollato con un messaggio vocale di 12 secondi. Ci ricorda che la vera solitudine non è l’assenza di qualcuno, ma l’assenza di significato. E se hai avuto amore, anche solo per un po’, non sei solo: sei un sopravvissuto con una storia da raccontare.
E magari, tra una canzone di Vecchioni e un bicchiere di vino, scoprirai che la solitudine non è nemica. È solo una pausa prima di una nuova musica.
Frasi di Roberto Vecchioni sulla solitudine
- “Non si è soli quando un altro ti ha lasciato, si è soli se qualcuno non è mai venuto.”
- “Le parole sono ponti per attraversare il silenzio della solitudine.”
- “Durante il giorno rimuovi attimi… ma la notte è lì, assassina, a riproporteli il dolore non ha silenzi.”
- “Niente si muove, né al di qua, né al di là, né dentro di me. Ed è in quei momenti che me ne accorgo: niente vive così intensamente come il tempo fermo…”
- “Così è la disperazione, come una preghiera senza destinatario.”
- “Io sono un uomo: altro non c’è… con o senza tutto questo.”
- “Ci sono normalità, regole, armonie… È l’eccezione, lo sconvolgimento del consueto che ti mette ansia, ti rizza i nervi, ti sbulina l’animo.”
- “Questo è la notte: una moltiplicazione del giorno.”
- “Nel disordinato ordine in cui si presentano i colori, o c’è una trama che l’anima sa leggere o c’è il nulla.”
- “Vorrei essere l’ombra, l’ombra che ti guarda e si addormenta in te.”
- “Gli uomini son come il mare: l’azzurro capovolto che riflette il cielo; sognano di navigare, ma non è vero.”
- “Tornano tutti gli amici miei, forse non sono partiti mai: erano qui dentro di me e non l’avevo capito mai.”
- “Mi sentirò morire dovendo immaginare con chi sei.”
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