Non è stata una telefonata di cortesia come tante, quella tra Giorgia Meloni e Papa Leone XIV. Al contrario, è stata un’occasione per ribadire — con toni intensi e a tratti teneri — il profondo rapporto che la premier italiana sente di avere con il nuovo Pontefice. Un “affetto filiale”, ha scritto e ribadito Meloni, che non è solo una formula diplomatica, ma un vero e proprio abbraccio politico e spirituale. E in tutto questo, ci sono anche la pace, l’intelligenza artificiale e un’Italia che guarda a Roma con occhi devoti.
Meloni chiama Leone XIV: “Italia e Vaticano, più uniti che mai”
Il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi racconta di una telefonata “cordiale”, ma è chiaro che la conversazione è stata ben più di uno scambio di auguri. Meloni ha voluto rinnovare al Papa le sue felicitazioni personali e quelle dell’intero governo per l’ascesa al Soglio di Pietro, ma soprattutto ha sottolineato “il legame indissolubile che unisce l’Italia al Vicario di Cristo”.
Un legame che, secondo Meloni, va oltre la storia e la geografia: è un nodo spirituale, culturale e anche politico. Insomma, tra la premier e il Papa c’è qualcosa che assomiglia molto a un’alleanza morale, saldissima e, almeno per ora, senza incrinature.
Pace, armi e diplomazia: i temi caldi della telefonata
Meloni non ha perso occasione per allinearsi con la linea pacifista e dialogante del Papa. “L’Italia apprezza e sostiene gli sforzi della Santa Sede per la pace”, ha detto, riferendosi a quei fronti caldi dove la diplomazia vaticana tenta ancora di sostituire le bombe con le parole. Un sostegno non solo ideale, ma anche concreto, che mostra come il governo italiano voglia essere al fianco del Pontefice anche nelle missioni più delicate e complesse.
E così, tra un’accoglienza calorosa e un tono solenne, i due si sono ritrovati fianco a fianco — almeno a parole — contro il dilagare dei conflitti e per la costruzione di un mondo meno armato e più umano.
Anche l’Intelligenza Artificiale è una questione… etica
La sorpresa della conversazione è arrivata quando Meloni ha toccato il tema dell’intelligenza artificiale. “Vogliamo lavorare insieme per uno sviluppo etico e al servizio dell’uomo dell’intelligenza artificiale”, ha detto, ricordando come questo argomento sia stato centrale durante la Presidenza italiana del G7.
E Leone XIV non si è tirato indietro: già nel suo incontro con i cardinali del 10 maggio, aveva sottolineato l’importanza di affrontare questa sfida con un approccio che difenda “la dignità umana, la giustizia e il lavoro”. Insomma, tra un algoritmo e l’altro, anche il Papa vuole dire la sua, e Meloni pare d’accordo.
“Affetto filiale”: parole dolci o strategia ben studiata?
Ma la parte più interessante arriva dalla lettera che Giorgia Meloni aveva già inviato l’8 maggio, nel giorno dell’elezione di Leone XIV. Firmata con “affetto filiale” — un’espressione che ricorda più un biglietto del giorno del papà che una missiva politica — la premier ha lasciato intendere un attaccamento profondo e sincero al nuovo Pontefice.
Certo, potrebbe essere solo una scelta stilistica, ma suona anche come un gesto di forte riconoscimento: Meloni vede nel Papa una guida non solo religiosa, ma anche morale e culturale. E gli italiani? “Guarderanno a Lei come guida e punto di riferimento”, scrive Meloni, mettendo in chiaro che, per lei, Leone XIV è molto più che un capo spirituale. È quasi… un padre putativo.
Tra amore istituzionale e diplomazia celeste
La telefonata tra Meloni e Leone XIV si è chiusa con parole di grande sintonia e propositi condivisi. Ma dietro i toni da comunicato ufficiale e le frasi ben confezionate, si intravede un rapporto che va oltre la prassi diplomatica. È chiaro che Meloni vuole legare il suo governo — e forse anche la sua immagine pubblica — alla figura del Papa, come garante di valori alti in un mondo sempre più confuso.
E se da una parte c’è chi legge tutto questo come una mossa strategica, dall’altra c’è chi vede davvero una forma di affetto sincero. Qualunque sia la verità, una cosa è certa: quando la premier parla di “affetto filiale”, non lo fa a cuor leggero. E probabilmente, neppure a microfoni spenti.
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