Concita De Gregorio non è solo una delle penne più lucide del giornalismo italiano, è anche una di quelle donne che sanno dire cose difficili con la calma di chi ha già visto abbastanza da non dover più alzare la voce. Giornalista, scrittrice, conduttrice radiofonica e televisiva, ha fatto della parola il suo mestiere e del rispetto un’arma sottile ma potentissima. Quando parla, non lo fa mai per caso: ogni frase è pensata, pesata e spesso mette a nudo le nostre abitudini più umane, come quella di giudicare gli altri, anche quando non ci riguarda.

Il giudizio secondo Concita De Gregorio: una ferita che non si vede
“Non si tocca la vita personale delle persone, perché non sai mai chi hai di fronte, non conosci la sua storia, la sua ferita, il suo danno.”
In questa frase c’è tutta la filosofia di Concita De Gregorio: l’idea che dietro ogni facciata, dietro ogni sorriso o silenzio, ci sia un mondo che non conosciamo. Per lei, il giudizio è una forma di violenza gentile, quella che non lascia lividi visibili, ma scava dentro. Scrive:
“Tutti abbiamo un guasto, una fragilità, un senso di non adeguatezza, e nessuno vuole essere giudicato.”
Il giudizio, insomma, è la scorciatoia dei pigri: serve a sentirsi migliori per cinque minuti, ma lascia un sapore amaro.
Perché non giudicare (mai) conviene anche a te
Concita De Gregorio ci invita a un esercizio di umiltà: guardare le persone senza la lente del “io al posto suo avrei fatto diversamente”. Perché, come dice lei, “non puoi sapere perché le cose sono andate in quel modo o non sono andate come avrebbe voluto”.
È un invito a sospendere il tribunale che portiamo dentro la testa. Quel giudice interiore che, ogni volta che qualcuno fa qualcosa di diverso da come faremmo noi, batte il martelletto e dice: colpevole. Invece di giudicare, possiamo provare a capire. E se non riusciamo a capire, possiamo almeno tacere. È già un passo verso la civiltà (e verso la pace mentale).
La frase che dovremmo tenere sul frigo (o pronta contro la suocera)
Ora, mettiamo che tua suocera ti guardi e dica con tono saputo: “Io non capisco come fai a lasciare i bambini col tablet… ai miei tempi si parlava, sai?”. Ecco, invece di rispondere con la consueta lista di giustificazioni (o di tirare fuori il martello da giudizio), potresti semplicemente citare Concita De Gregorio con un sorriso: “Non si tocca la vita personale delle persone, perché non sai mai chi hai di fronte, non conosci la sua storia, la sua ferita, il suo danno.”
Tradotto: cara suocera, tu non sai cosa ho passato oggi, quindi – per favore – non toccare la mia vita personale. È elegante, è vero, ed è un modo molto più raffinato per dire: “Fatti gli affari tuoi”.
Un consiglio di vita che vale più di una seduta di mindfulness
Il messaggio di Concita De Gregorio è semplice ma rivoluzionario: smettiamo di giudicare, cominciamo a osservare. Perché il giudizio blocca, mentre la comprensione apre. E soprattutto, perché – se ci pensiamo bene – anche noi vorremmo essere guardati con un po’ più di gentilezza e un po’ meno con il dito puntato.
Alla fine, come direbbe lei, tutti abbiamo un guasto, una ferita, un punto debole. Ma solo chi smette di giudicare impara davvero a vedere gli altri. E magari, anche a sopravvivere alle cene di Natale in famiglia.
Frasi di Concita De Gregorio sul giudizio
- “Non si tocca la vita personale delle persone, perché non sai mai chi hai di fronte, non conosci la sua storia, la sua ferita, il suo danno.”
- “Non puoi giudicare la vita delle altre persone, perché non puoi sapere perché le cose sono andate in quel modo o non sono andate come avrebbe voluto.”
- “Tutti abbiamo un guasto, una fragilità, un senso di non adeguatezza, e nessuno vuole essere giudicato.”
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