Vittorino Andreoli è uno di quei rari uomini capaci di parlare di debolezza con la forza di un saggio. Psichiatra, scrittore, e voce sempre fuori dal coro, Andreoli racconta l’essere umano nei suoi lati più scomodi: la follia, la paura, la solitudine. Ma tra tutti, il suo tema più intimo è la fragilità, non come difetto, ma come condizione naturale e preziosa della nostra specie. In un’epoca in cui sembrare forti è quasi un obbligo sociale, Andreoli ci ricorda che l’uomo non è debole, è fragile, perché se lo tocchi in un punto si frantuma. E aggiunge: sì, ci frantumiamo, ma proprio lì – tra i pezzi – abita la nostra verità.

La fragilità secondo Vittorino Andreoli: non una crepa, ma una firma
Per Vittorino Andreoli la fragilità non è una vergogna da nascondere sotto strati di apparenza o muscoli emotivi. È la firma segreta dell’essere umano, la prova che siamo vivi, sensibili, imperfetti e dunque autentici. Dice:
“La fragilità è una caratteristica dell’essere umano a cui si lega anche la sua bellezza, la sua unicità.”
In queste parole c’è un intero manifesto di umanità: la bellezza non nasce dalla perfezione, ma da ciò che ci rende irripetibili. È come dire che la crepa in un vaso non lo rovina, lo distingue. Ecco perché la fragilità, per Andreoli, è un invito a guardarci dentro, e a smettere di aggiustarci continuamente per sembrare “a posto”.
Dal limite al mistero: la fragilità come bussola
Vittorino Andreoli ha scritto e parlato più volte di come la fragilità sia legata al senso del limite, e a quella sensazione che ci ricorda che non possiamo tutto. “Un uomo fragile,” spiega, “è colui che sente il senso del limite, del mistero.”
È una lezione quasi controculturale. Viviamo in un mondo che ci spinge a essere onnipotenti – performanti, efficienti, sempre sorridenti – e invece Andreoli ci dice: fermati, non sei una macchina. Essere fragili non significa essere guasti, ma sapere che si può cadere e avere ancora il coraggio di camminare. È la fragilità che ci mette in contatto con il mistero della vita, con tutto ciò che non possiamo controllare ma possiamo solo vivere.
Rivalutare la fragilità: il consiglio di un “folle” lucido
In molti dei suoi libri e interviste, Vittorino Andreoli invita a “riportare la fragilità dell’uomo come punto centrale”. Non perché voglia un mondo di piagnoni, ma perché sa che senza fragilità scompare la compassione, la tenerezza, l’arte del capire gli altri.
Nel suo sguardo, la fragilità è ciò che ci permette di entrare in empatia, di sentire l’altro come parte di noi. È il filo che unisce le nostre paure, ma anche le nostre meraviglie.
E se ci pensi, non è un caso che le persone più affascinanti spesso siano quelle un po’ rotte, quelle che non nascondono il proprio lato fragile. Sono le più vere, le più misteriose, le più vive.
Fragili, quindi affascinanti
Vittorini Andreoli non ci invita a esibire la fragilità come trofeo, ma a trasformarla in mistero. Perché chi accetta la propria fragilità diventa imprevedibile, autentico, profondo. E, diciamolo, nulla è più affascinante di chi non finge di essere perfetto.
Quando lui dice che “la fragilità è una caratteristica dell’essere umano a cui si lega anche la sua bellezza, la sua unicità”, ci sta sussurrando un segreto di seduzione psicologica: chi mostra con naturalezza le proprie crepe non spaventa, attira.
La fragilità, se vissuta con consapevolezza, diventa come una luce soffusa che non abbaglia ma incanta.
Il coraggio di essere fragili
In fondo, Vittorino Andreoli ci insegna che essere fragili non è cedere, è vivere. È accettare che dentro di noi convivono forza e paura, desiderio e limite, sorriso e malinconia. È l’unico modo per restare umani in un mondo che ci vuole di titanio.
E allora sì, come direbbe lui, “bisogna riportare la fragilità dell’uomo come punto centrale”. Perché solo chi sa di poter cadere può anche imparare a volare, magari con qualche piuma storta, ma con una grazia che solo i fragili possiedono.
Frasi di Vittorino Andreoli sulla fragilità
- “L’uomo non è debole, è fragile, perché se lo tocchi in un punto si frantuma.”
- “La fragilità è una caratteristica dell’essere umano a cui si lega anche la sua bellezza, la sua unicità.”
- “Un uomo fragile è colui che sente il senso del limite, del mistero.”
- “Bisogna riportare la fragilità dell’uomo come punto centrale.”
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