Frase di Francesco Carnelutti Frasi di Francesco Carnelutti
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Giustizia e Ingiustizia, Diritto e Avvocati, Errori e sbagli

07/01/2013 alle 03:12
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Commenti sulla frase
Il 14/08/2017 alle 08:58 ha commentato:
L'aforisma del grande giurista Francesco Carnelutti: "L'assoluzione è la confessione di un errore giudiziario", è valida ancora oggi nonostante la riforma del diritto penale da inquisitorio ad accusatorio voluta da un altro grande giurista diventato per caso Ministro della Giustizia come Giuliano Vassalli, il quale così dette compimento ai lunghi lavori parlamentari presieduti da un altro grande giurista come Giandomenico Pisapia (purtroppo spesso i grandi hanno figli mediocri!). Infatti quella riforma del 1989, un capolavoro di ingegno giudiziario, fallì perchè non aveva previsto le contromisure per il ritardo culturale di molti magistrati. Gli estensori infatti pensavano bastasse il concetto di rito accusatorio con la procedura conseguente, ma non scrissero con precisione e chiarezza la norma che a processo dovessero andare solo i colpevoli accertati dalle indagini preliminari, dovendo il processo servire solo ad individuare la pena corretta da irrogare, dato che a giudizio si doveva andare solo se c'era la prova della colpevolezza. Purtroppo molti magistrati non avevano questa cultura e continuarono a mandare a giudizio tutti gli imputati per i quali non c'era la prova dell'innocenza (e talora anche qualcuno di questi). Il risultato fu che, contrariamente alle previsioni che a processo andasse solo il 5% degli imputati, i magistrati vi spedirono il 95%, mandando tutto a quel paese. Ma successe di più: i due giuristi, nella linea dei loro desiderata rivelatisi poi errati, abbreviarono il periodo delle indagini preliminari abolendo la distinzione tra indagine sommaria ed indagine formale che prevedeva due tempi e due istituti, di fatto favorendo il rinvio a giudizio di un numero maggiore di imputati rispetto a quando Pubblico Ministero e Giudice Istruttore agivano separatamente e con tempi più lunghi e più adatti alla riflessione della mentalità inquisitoria, purtroppo presente ancora oggi in misura massiccia tra i nostri magistrati. Una vera "eterogenesi dei fini". Un vero disastro che ci ha portato ad avere proprio il contrario di quanto pensato e voluto da Carnelutti e Pisapia, con una moltiplicazione di errori giudiziari che almeno una volta si concludevano con una assoluzione, mentre oggi per coprire gli errori degli inquirenti sono aumentate le condanne palesemente ingiuste, non essendovi più alcuna "Cultura della Prova". P.G. (scusate le iniziali, ma sono anche vendicativi, oltre che arroganti ed ignoranti)
Il 23/08/2015 alle 12:05 ha commentato:
(Francesco Carnelutti). Il titolo esecutivo risulta necessario alla tutela esecutiva ma non sufficiente. La situazione sostanziale sottesa, infatti, può (e spesso deve) essere sempre riaffermata in sede di autonoma cognizione, attraverso l'opposizione all'esecuzione.
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