“Quando Victor Serebriakoff era un piccolo ragazzino impertinente e cattivo, amava mettersi in prima fila nello ‘Speaker’s Corner’ a Hyde Park ed ascoltare gli improvvisati oratori. Ma un giorno commise, a suo dire, un errore. L’oratore era in vena e aveva catturato una gran folla con le sue parole accese. ‘Voi parlate di socialismo. Ma conoscete il significato di questa parola? Siete un centinaio qui. E scommetto che non c’è nemmeno uno di voi che sappia dirmi che cos’è il socialismo. Sfido chiunque, ora, qui, a venire a dirmene il significato. Mi basta la definizione.’ Si fermò un momento. ‘Vedete, nessuno di voi è in grado di dirlo, avevo ragione!’ ‘Io posso definirlo’, azzardò il piccolo Serebriakoff. ‘Oh, vedo che c’è qui un ragazzino che pensa di saperne più di tutti voi. Va bene figliolo, signor SOTUTTOIO, dimmi allora qual è la TUA definizione di socialismo.’ E tratteneva il riso aspettando che Victor parlasse. Victor era intimidito dall’oratore, qualcuno tra la folla gridò ‘Stiamolo ad ascoltare.’ Allora Serebriakoff parlò con voce chiara, impudente e tremolante. ‘Bene signore! Una breve definizione della parola socialismo è: ‘Proprietà nazionale dei mezzi di produzione, distribuzione e scambio.’ L’oratore fece una pausa, poi, nel silenzio di ghiaccio, disse le seguenti dure parole: ‘Guarda giovanotto. É una delle più terribili tragedie di questo mondo infelice che nascano bambini come te. E anche se tu misericordiosamente morissi qui all’istante, lo scoppio di gioia universale per il tuo decesso sarebbe guastato dall’orribile pensiero che avevi già ingombrato la terra per così tanto tempo. E anche se i cieli fossero stati pietosi e non fossi nato per niente, il pensiero terrificante che un giorno POTRESTI essere nato sarebbe sufficiente per risvegliare chiunque nella notte urlando di orrore’.”