Frase
“Nel 1939, quando George Bernard Dantzig, matematico e fisico statunitense, era ancora a Berkeley come studente laureato, aveva l’abitudine di studiare molto fino a tarda notte. Così tardi che una mattina non si alzò in tempo ed arrivò alla lezione con 20 minuti di ritardo. Entrato in classe, copiò rapidamente due dei quattro problemi di matematica scritti sulla lavagna dal professor Jerzy Neyman, presumendo fossero i compiti assegnati per lo svolgimento a casa. In realtà quelli scritti sulla lavagna erano problemi di statistica così difficili che nemmeno Einstein fu in grado di risolvere. George Dantzig trovò in effetti i problemi ‘un po' più difficili del solito’ e ci vollero parecchi giorni perché Dantzig riuscisse a trovare le soluzioni, ma finalmente vi riuscì e lasciò il suo lavoro sulla scrivania del professore. Sei settimane più tardi, Dantzig fu svegliato alle sei del mattino dall’eccitato professor Neyman, che aveva rielaborata una delle soluzioni di Dantzig perché fosse pubblicata su una rivista di matematica. Anni più tardi, un altro ricercatore Abraham Wald, che si apprestava a pubblicare un articolo in cui si perveniva ad una conclusione del secondo problema, quando apprese della soluzione che questi aveva trovato molto prima, incluse Dantzig come suo co-autore. Questa storia cominciò a circolare e fu in seguito utilizzata come esempio da citare a lezione, a dimostrazione della potenza del ‘pensare positivo.’ Nel corso del tempo il nome del protagonista e gli avvenimenti furono modificati, ma la storia di base persistette sotto forma di leggenda urbana; tra l'altro ispirò la scena introduttiva del film Will Hunting Genio Ribelle.”
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Frasi affini- La trovi in Aneddoti
Il matematico Ulisse Dini fu un genio precoce e un giorno, quando era ancora studente alla facoltà di matematica, alla domanda del professore su quante fossero le risoluzioni di un problema, rispose convintissimo: "Tre" e poiché il docente gli fece osservare che erano sempre state due, lui rispose: "Quelle note... e la terza l’ho appena data io".
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“In realtà le matematiche esigono molta immaginazione, è impossibile essere un buon matematico se non si è, nello stesso tempo, un po' poeta.”
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“I matematici sono come i francesi: se dici loro qualcosa, lo traducono nella propria lingua, e, oplà! diventa una cosa completamente diversa.”
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“Il matematico è un cieco che cerca in una stanza buia un gatto nero che non c'è.”
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