Tutte le frasi di Paolo Cognetti
- Dal libro: Le otto montagne
- Dal libro: Le otto montagne
“Siete voi di città che la chiamate natura. È così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente.”
- Dal libro: Le otto montagne
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- Dal libro: Le otto montagne
“Era questo a fare la differenza. Il modo in cui un luogo custodiva la tua storia. Come riuscivi a rileggerla ogni volta che ci tornavi.”
- Dal libro: Le otto montagne
- Dal libro: Le otto montagne
“Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa.”
“La fine dell'amore è una casa occupata il giorno prima dello sgombero. Innalzare barricate, incatenarsi mani e piedi ai cancelli, issare munizioni e viveri sui tetti, quella è roba d'altri tempi e non è adatta alla tua epocaveloce. Oggi il principio è: attacca di sorpresa e nasconditi subito dopo. Non affezionarti a niente. Piuttosto che...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Le otto montagne
“Ogni fiore piantato, ogni giocattolo dimenticato nell'erba è un pezzetto di una storia più grande e uno può anche provare a ricostruirla partendo da lì – da una sdraio, un'aiuola di lavanda e rosmarino, un tavolo di plastica con quattro sedie pieghevoli, un'amaca, un triciclo, la ciotola di una cane.”
“Io pensavo che i fumatori possono dividersi in due categorie, quelli che fanno attenzione al destino della loro cenere e quelli che non ci badano per niente. I secondi di solito hanno il vizio di gesticolare. I primi tendono a rovinarsi la vita preoccupandosi troppo delle opinioni altrui, e delle conseguenze delle proprie azioni. Conosco bene...” (continua)(continua a leggere)
“La bellezza in fondo che cos’è, una stupidaquestionegeometrica, solo un incastro fortunato nel campionario di bocche, nasi e orecchie disponibili. Ma se una faccia hai imparato a conoscerla, e l’hai vista quando ha sonno, quando ha il raffreddore, quando è distrutta da una giornata nera, se ti sei abituato a quella faccia, allora hai superato...” (continua)(continua a leggere)
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