“Il problema dell'handicap lo vivo in maniera diretta da 31 anni, da quando è nato mio figlio, ma avevo sempre escluso di farne un racconto autobiografico, perché non ho interesse per la mia autobiografia, perché penso che l'autobiografia, almeno nel mio caso, mi renderebbe schiavo mentre il romanzo mi rende libero.”
Frasi sui romanzi
In archivio 128 frasi, aforismi, citazioni sui romanzi-
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“I romanzi sono rifugi dalla cattiveria del mondo, sono finestre di luce aperte lì dove la vita ci rinchiude nel buio.”
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“È con i cattivi sentimenti che si fanno i buoni romanzi.”
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“Il romanzo è una meraviglia, ma la sua tecnica non funziona nel racconto, lo rovina.”
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“Il romanzesco è la verità dentro la bugia.”
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“Vi sono tre regole fondamentali per scrivere un romanzo. Per sfortuna nessuno sa quali siano.”
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“Sognando creo interi romanzi.”
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“Un romanzo o si scrive o si vive.”
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“Victor Hugo, impaziente di avere notizie del suo romanzo 'I Miserabili' appena pubblicato, mandò all'editore una lettera con un semplice punto interrogativo. L'editore, per comunicargli che il libro riscuoteva un grande successo, rispose con un foglio su cui c'era soltanto un grande punto esclamativo.”
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“Un buon editor (che siate voi stessi o un altro) riduce all’osso la vostra prosa. Taglia tutto quello che può tagliare, in modo che l’attenzione non sia distratta da parole inutili.”
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“Tra i romanzi-fiume, sono pochi i navigabili.”
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“Solo nei romanzi tutte le situazioni rendono piena rappresentazione.”
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“C'è stato un tempo in cui il lettore medio leggeva un romanzo semplicemente per la morale che poteva trarne, e per quanto ingenua poteva essere, era molto meno ingenua di alcuni degli obiettivi limitati che ora ha. Oggi i romanzi sono considerati interamente interessati alle forze sociali o economiche o psicologiche che saranno esposte per...” (continua) (continua a leggere)
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“In molti romanzi, la trovata letteraria più geniale è l'avvertimento che i personaggi sono puramente immaginari.”
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“Non era il periodo più propizio per avventurarmi in un secondo romanzo mentre ero impantanato nel primo e avevo tentato con o senza fortuna altre forme di finzione, ma quella sera io stesso me lo imposi come un impegno di guerra: scriverlo o morire. O come Rilke aveva detto: 'Se crede di essere capace di vivere senza scrivere, non scriva'.”
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“1984, di George Orwell era un'ottima proiezione nel futuro di un presente che conteneva lo stalinismo, e di un passato prossimo che aveva visto il fiorire del nazismo. Il nuovo mondo fu scritto prima che Hitler salisse al potere in Germania, e quando il tiranno russo non si era ancora avviato sulla sua strada.”
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“Temeva di non riuscire più a scrivere, cercava di riprodurre sempre le condizioni in cui era nato il primo romanzo. Ecco allora un rituale fatto di matite particolari, di tende tirate, di sveglie alle cinque di mattino, di whisky e di tè. Un capitolo al giorno per otto giorni. E dopo un breve riposo, tre giorni per le correzioni.”
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