Tutte le frasi di Massimo Recalcati
“L’autismo come posizione soggettiva consiste nell’impossibilità di separarsi dall’Altro, nel sentirsi imprigionati dall’Altro, catturati in una indifferenziazione tra sé e la propria immagine, tra sé e la propria madre.”
“Coloro che decidono per il suicidio sono uomini che hanno perduto la loro immagine, che hanno incontrato uno specchio in frantumi, che non possono più riconoscersi in nulla. Sono stati spogliati della loro stessa immagine.”
“La domanda di padre non è più domanda di modelli ideali, di dogmi, di eroi leggendari e invincibili, di gerarchie immodificabili, di un’autorità meramente repressiva e disciplinare, ma di atti, di scelte, di passioni capaci di testimoniare, appunto, come si possa stare in questo mondo con desiderio e, al tempo stesso, con responsabilità.”
“Il mestiere del genitore non può essere ricalcato su di un modello ideale che non esiste. Ciascun genitore è chiamato a educare i suoi figli solo a partire dalla propria insufficienza, esponendosi al rischio dell’errore e del fallimento. Per questa ragione i migliori non sono quelli che si offrono ai loro figli come esemplari, ma come...” (continua)(continua a leggere)
“Il compito dei genitori è un compito impossibile. Come governare e psicoanalizzare.”
“Perché gli uomini combattono per la loro servitù come se si trattasse della loro libertà?”
“La domanda di padre che oggi attraversa il disagio della giovinezza non è una domanda di potere e di disciplina, ma di testimonianza.”
“La celebrazione dell’Io, della sua autonomia, del suo potere deliberativo e della sua autoconsistenza, è una cifra sintomatica del nostro tempo. Il fantasma ipermoderno della libertà come dispiegamento dell’Io è la manifestazione fondamentale di questa follia. Di quale libertà si tratta? Di una libertà sganciata dalla responsabilità. Questo...” (continua)(continua a leggere)
“Il padre non è il detentore della Legge, non sa quale sia il senso ultimo del mondo, cosa sia, in ultima istanza, giusto e ingiusto, ma sa mostrare attraverso la testimonianza incarnata della sua esistenza che è possibile – è sempre ancora possibile – dare un senso a questo mondo, dare un senso al giusto e all’ingiusto. Il compito della...” (continua)(continua a leggere)
“Siamo stati tutti dei gridi perduti nella notte.”
Quando il grido è tradotto in una forma radicale di domanda, quando il grido diventa domanda d’amore, domanda non di qualcosa, non di oggetto, ma di segno del desiderio dell’Altro, domanda della presenza presente dell’Altro, il soccorso dell’Altro estrae la vita dal suo “abbandono assoluto”, dall’inermità che accompagna la sua venuta al mondo.
“La psicoanalisi non è solo in rapporto alla politica ma è politica, perché è una prassi che s’incentra sulla traduzione. La traduzione non è repressione, ma è il cuore di ogni pratica democratica del desiderio.”
“I genitori rompono senza problemi il patto generazionale con gli insegnanti se si tratta di non far perdere un anno al proprio figlio ingiustamente giudicato, e ogni intervento Terzo viene visto con sospetto e diffidenza, come se si trattasse di un abuso di potere.”
“Come avviene la trasmissione del desiderio da una generazione all’altra?”
“Il padre che oggi viene invocato non può più essere il padre che ha l’ultima parola sulla vita e sulla morte, sul senso del bene e del male, ma solo un padre radicalmente umanizzato, vulnerabile, incapace di dire qual è il senso ultimo della vita ma capace di mostrare, attraverso la testimonianza della propria vita, che la vita può avere un senso.”
“Il populismo è paradossale perché invoca una orizzontalità senza terzo, una democrazia diretta senza filtri, l’abbattimento di ogni forma di mediazione istituzionale per poi reggersi sull’arbitrio di un padre-padrone. Il compito del padre è trasmettere il desiderio da una generazione all’altra, è permettere l’eredità. La saggezza più grande è...” (continua)(continua a leggere)
“Il disagio dei nostri figli non è piú centrato sull’antagonismo tra le generazioni, ma sulla perdita della differenza e, dunque, sull’assenza di adulti in grado di esercitare funzioni educative e di costituire quell’alterità che rende possibile l’urto alla base di ogni processo di formazione. Il malessere attuale della giovinezza non risiede...” (continua)(continua a leggere)
“Se non si anima il desiderio di sapere, non c’è alcuna possibilità di apprendere in modo singolare il sapere che viene trasmesso.”
“Come si può fare sorgere il desiderio – il desiderio di sapere – quando l’apprendimento del sapere deve essere obbligatorio?”
“La formazione è concepita come un raddrizzamento morale e autoritario delle storture individuali e il pensiero critico è visto come un’insubordinazione illegittima all’uniformità identitaria.”
“La forza dell’educazione non è recuperarla a un ideale standard di normalità, ma potenziarla, difenderla, amarla.”
“La dimensione dell’esperienza è totalmente evasa da un sapere pret-à-porter, sempre a disposizione, che, di fatto, genera anoressie mentali, rigetto della ricerca del sapere nel nome di una sua acquisizione senza sforzo. Tanto il soggetto sembra staccarsi dalla pratica lenta della lettura, tanto appare perennemente connesso al grande Altro della...” (continua)(continua a leggere)
“È quello che piú conta nella formazione di un bambino o di un giovane. Non il contenuto del sapere, ma la trasmissione dell’amore per il sapere.”
“Abbiamo conosciuto un tempo dove bastava che un insegnante entrasse in classe per far calare il silenzio. Era lo stesso tempo dove era sufficiente che un padre alzasse il tono della voce per incutere nei suoi figli un rispetto misto a timore.”
“Ogni volta che un insegnante entra in classe si deve confrontare con la propria solitudine, con un vuoto di senso entro il quale è costretto a misurare la propria parola.”
“In questo l’avventura dell’insegnare s’incrocia con quella del mistero dell’apprendimento. È come un incontro con qualcosa che non si può mai padroneggiare del tutto, ma che proprio per questo chiama, prende, cattura.”
“Il punto è che educare non significa condurre lungo una via già tracciata, ma, a partire dalle proprie radici, spingere verso la possibilità inedita di fare esperienza dell’apertura dei mondi, di sostare in essa senza pretendere di appropriarsene, ma imparando a decentrarsi dal proprio Io e dai suoi fantasmi di padronanza.”
“Non ci sarebbe un’istruzione senza effetti educativi né un’educazione senza effetti di trasmissione dell’istruzione.”
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